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Disturbi del sonno

La memoria ed il ragionamento sono correlate alla qualità e alla quantità del sonno.

Molto spesso, chi dorme male, riferisce di essere incapace di assolvere alle normali funzioni lavorative quotidiane in maniera adeguata.

Facile distraibilità, disattenzione, abulia, sonnolenza, stanchezza e senso di fatica sono i segni principali di qualcosa che non va nel sonno.

La qualità del sonno dipende da molti fattori ed in particolare dalla personalità, dall’architettura del sonno e dello stato mentale.

Prima della battaglia si deve avere una buona notte di sonno: quando si deve affrontare una giornata di lavoro densa di impegni, di appuntamenti e di stress bisogna assolutamente avere una notte di sonno buono, per sentirsi al risveglio tonici, rinfrancati e pronti per affrontare le difficoltà che si presenteranno durante il giorno.

Un sonno disturbato, quindi, equivale a performance ridotte.

Negli ultimi anni ci sono state importanti scoperte sui meccanismi ed estrinseci del sonno, sull’eziologia dei disturbi del sonno, mente gli studi sull’associazione tra sonno e prestazioni non hanno fornito elementi degni di massimo rilievo.

In realtà è difficile quantificare, la stanchezza, la fatica, l’inadeguatezza rispetto a quanto viene richiesto, la sonnolenza stessa è difficilmente valutabile sia da un punto di vista oggettivo che soggettivo.

Lavori complessi, delicati che richiedono l’impegno massimo della sfera cognitivo comportamentale risentono in particolare della mancanza o della privazione anche solo parziale di sonno.

Sono in aumento disturbi della memoria correlati all’insonnia.

Soggetti sonnolenti mostrano un numero maggiore di ritardi nella risposta ai test ed errori di omissione.

Questi ritardi rallentano il ragionamento logico, i semplici calcoli matematici, nonché le funzioni connesse alla memoria: è marcatamente ridotta la capacità della memoria a breve termine, sebbene restino integre le funzioni connesse alla memoria e alle informazioni acquisite prima della privazione del sonno.

Alterazioni del sonno possono indurre a sbagliare l’infermiere quando deve prendere una vena ad un paziente, o ancor peggio quando un chirurgo si accinge ad intraprendere un intervento chirurgico.

Farmaci ed alcool aggravano la sonnolenza, producono microsonni, non ristoratori, e compromettono le capacità psicomotorie e cognitive.

Le benzodiazepine hanno effetti deleteri sul sonno: aumentano la stanchezza e la confusione mentale.

Mentre l’alcool aumenta la sonnolenza soggettiva, riduce la coordinazione motoria, l’attenzione, la memoria, i problem solving e aumenta enormemente i tempi di reazione.

Peggiora il deficit psicomotorio e cognitivo.

Bisogna, invece, indirizzarsi verso una nuova ecologia del sonno imperniata sull’igiene del dormire, insegnando ad evitare l’uso di farmaci psicotropi e alcolici.

Esistono numerose patologie del sonno che devono essere diagnosticate per porre in essere le terapie mirate: cefalea mattutina, sensazione di soffocamento nel sonno, riduzione della libido, russamento rumoroso,  sonnolenza diurna, agitazione notturna possono orientare verso una sindrome delle apneee nel sonno.

La mancata di queste sindromi comporta un peggioramento della qualità della vita ed è causa di morti evitabili.

Esistono poi le parassonie che sono un gruppo di manifestazioni parossistiche che si manifestano, generalmente, durante il sonno o che sono slatentizzate dal sonno.

Si evidenziano a causa di un risveglio incompleto, anche se si possono presentare durante le diverse fasi del sonno, nelle differenti ore notturne.

Occorre sottolineare che la maggior parte delle parassonie è favorita e aggravata dallo stress.

Ci sono parassonie durante il sonno ad onde lente, altre che compaiono nel sonno REM e quelle che si verificano in ogni fase del sonno.

Tra le parassonie del sonno REM possiamo ricordare l’insorgenza di attacchi di panico, di cefalea a grappolo, di asma, e di alterazioni dell’erezione.

L’enuresi, il bruxismo, la iactatio capitis, la paralisi nel sonno familiari, sintomi cardiovascolari, reflusso gastro-esofageo si possono presentare in qualsiasi fase del sonno, ma soprattutto durante la fase 1 e 2 e nella fase di transizione.

Durante il sonno ad onde lente possono comparire sonnambulismo, pavor e incubi.

Per completezza occorre ricordare che i disturbi del tono dell’umore, come la depressione maggiore, i disturbi d’ansia generalizzati e le malattie della mente più gravi come la schizofrenia, i disturbi di personalità, la paranoia, possono sovvertire completamente l’architettura del sonno.

Le benziodiazepine sono più facilmente causa di eccessiva sedazione immediata e di hang-over correlabili alle modificazioni della farmacodinamica.

Altrettanto nocivi possono risultare gli ipnotici non benziodiazepinici.

E’ comunque raccomandabile la prescrizione di ipnotici in momenti di particolare stress, prescrivere una dose specifica e mai al bisogno per un periodo limitato di tempo.

Controllare la risposta al trattamento valutandone gli effetti collaterali, avere come bersaglio la sospensione dopo un ciclo di terapia.

Insonnia

L’insonnia è un disturbo molto frequente che colpisce la fascia di età più produttiva compresa fra i 30 e i 60 anni. Consiste nella difficoltà dell’addormentamento definita insonnia iniziale. Si può manifestare con frequenti risvegli notturni e questa è l’insonnia centrale, si può manifestare con risvegli precoci, per esempio intorno alle 5 del mattino e questa è l’insonnia definita mattutina.

Un semplice mal di denti impedisce il sonno, ma malattie come il diabete, cardiopatie, malattie infiammatorie o degenerative possono creare numerosi disturbi dell’organizzazione del sonno con fasi REM e non REM non organizzate. Esistono poi le insonnie primitive che consistono in disturbi del sonno dovuti a stress, ansia, depressione, per cui il paziente non riesce a riposare per un disagio psichico che interferisce con la struttura del sonno.

Non con il fai da te. Non usando alcolici. Non assumendo compresse che rendono cronico il disturbo. Va fatta una diagnosi precisa del tipo di insonnia e prescritta una terapia elettiva con farmaci ipnoinducenti.

Enuresi Notturna

Il termine enuresi notturna definisce una minzione, una perdita di urine completa ed involontaria notturna in soggetti che hanno un controllo sfinterico normale durante il giorno in età superiore ai tre anni.

Il fenomeno non si verifica mai in fase REM, ovvero fase con movimenti oculari rapidi, è più frequente nello stadio IV del sonno non REM. L’episodio enuretico non risveglia il bambino per la particolare profondità del sonno, tipica di questi soggetti. L’enuresi può essere primaria o secondaria.

Il più delle volte il bambino che bagna il letto presenta problemi psicologici familiari o scolastici: il bambino è ansioso, suggestionabile e teme molto il rimprovero dei genitori.

A volte ci sono lesioni neurologiche del midollo spinale o malattie renali o genitali.

Escludendo tutte le cause di tipo organico concernenti le malattie renali, genitali, vescicali e ureterali.

Sicuramente l’enuresi notturna non è un fenomeno epilettico; anche in soggetti epilettici approfonditi studi elettroencefalografici notturni hanno escluso la patogenesi epilettica dell’enuresi.

In genere intorno ai – anni epoca durante la quale diventano più sicuri e meno vulnerabili con minori paure, però hanno il sistema sonno particolarmente attivo per tutta la vita e presentano un tipo di sonno molto profondo.

Epilessia Morfeica o del Sonno

E’ una patologia elettro-clinica in cui ci sono alterazioni dell’elettroencefalogramma e comparsa di tremori ovvero convulsioni tonico cloniche accompagnate spesso da perdita delle urine e morso della lingua.

Si possono definire i casi in cui il fattore faciliante la crisi epilettica è il sonno. La crisi è in genere del tipo convulsivo generalizzato e talora non comporta il risveglio del paziente che al mattino può sentirsi molto stanco, assonnato e meravigliarsi di aver perduto le urine durante la notte.

Spesso la crisi viene riferita dal coniuge per i sussulti provocati dalle convulsioni se queste sono violente, o per il profondo russare post critico se le convulsioni non sono state protratte.

Si osserva un profondo stato soporoso, bava alla bocca e morsicatura linguale. In particolari casi di crisi morfeica il paziente può cadere dal letto e procurarsi un trauma cranico.

Bisogna eseguire un elettroencefalogramma di base ed uno durante il sonno e dopo veglia protratta: formulata la diagnosi si instaura una terapia antiepilettica.

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