Soffrono di depressione numerose persone in tutto il mondo

vito covelli depressione news la repubblica 1
Prof. Vito Covelli, tra i più noti medici e neurologi presenti a a livello internazionale, fornisce informazioni sulla patologia
Tra i disturbi mentali più diffusi al mondo si trova la depressione, una grave malattia ancora poco nota alla popolazione italiana, sebbene colpisca circa 2, 8 milioni di persone nel nostro Paese. Secondo gli studi realizzati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, la patologia sarà la più diffusa dopo le malattie cardiovascolari già nei prossimi anni. Eppure, nonostante si senta spesso parlare di depressione, le informazioni serie e precise tendono a mancare, forse per una carenza più culturale che scientifica. La depressione crea nel paziente un forte senso di distacco da tutto e da tutti. Le sensazioni positive, come la gioia e la spensieratezza, scompaiono dallo spettro emotivo, lasciando spazio solo all’incapacità di godere delle piccole felicità quotidiane, come dell’interazione con gli amici. Questa malattia potrebbe essere paragonata a un’ombra oscura, che impedisce alla persona di comunicare con gli altri, in un perenne stato di emarginazione. Ovviamente, tanta sofferenza fisica incide anche sul benessere fisico dell’individuo, che spesso si nutre in maniera insufficiente e prova un senso di debolezza costante.
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PAROLA ALL’ESPERTO

Secondo il professor Vito Covelli, tra i più noti medici e neurologi presenti nel panorama mondiale, il problema della depressione è che allontana i pazienti dai propri cari, che spesso non riescono a capire cosa si agita sotto la superficie apatica del paziente. È proprio l’apatia a condurre la persona sulla strada dell’indifferenza prima e della solitudine poi. Da qui, i pensieri non espressi possono portare a deliri e allucinazioni. Ovviamente, come riporta il Manuale Diagnostico DMS-V-TR, non esite solo una tipologia di depressione. Ad esempio, se ne può soffrire solo per un periodo molto breve o molto lungo, può comparire a ricorrenza oppure una sola volta nell’arco della vita. In ogni caso, la depressione è una malattia che deve essere diagnosticata e curata.

Lo stato perenne di solitudine impedisce la corretta comunicazione con amici e familiari

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Già leggere informazioni corrette permette alla popolazione di accorgersi più velocemente di un eventuale problema psicologico di un amico o un familiare. La cultura, in questo caso, gioca un ruolo fondamentale. Curare la depressione è possibile, grazie ai farmaci dagli effetti collaterali, oggi, davvero sopportabili. Non deve mancare un percorso psicoterapeutico, per evitare ricadute o inutili paure legate all’insorgenza di questa patologia. Come suggerisce il professor Covelli, la cosa più importante è osservare le persone che amiamo e imparare ad ascoltarle. La depressione fa pensare di essere da soli, senza affetti: questa è una sensazione che possiamo sconfiggere insieme.

IL DISTURBO
L’emicrania e l’impatto sulla società

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Si stima che il 20% circa della popolazione italiana soffra di emicrania, una delle forme più comuni di cefalea. I dati non sono certi: purtroppo, molte persone preferiscono curarsi con il “fai-da-te” o con farmaci analgesici generici, piuttosto che consultare uno specialista. La ricerca medica, come spiega il professor Vito Covelli, ha fatto enormi passi in avanti e oggi offre ai pazienti ottime cure, in grado di risolvere questa patologia che spesso impedisce il normale svolgimento delle attività quotidiane. L’emicrania è un disturbo caratterizzato da attacchi ricorrenti di cefalee che variano per intensità, frequenza e durata. Le cause possono essere davvero numerose.

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Ad esempio, può essere dovuta a disordini neurologici, a una contrazione dei vasi sanguigni (emicrania vertebro-basilare) o a particolari situazioni di stress emotivo. Date le variabili, sia per quanto riguarda i sintomi che le cause, chi soffre di questa malattia si sente abbandonato dal medico e preferisce non indagare le cause della sua situazione. Niente di più sbagliato: dietro al mal di testa possono nascondersi altre patologie, anche gravi. Meglio prenotare una visita dal proprio specialista di fiducia, preparandosi a rispondere con serenità alle domande, che riguarderanno principalmente localizzazione, durata e tipo di dolore.

IL PROFILO
Neurologia: tra la ricerca e la consulenza

Il professor Vito Covelli è tra i massimi esperti al mondo in malattie del sistema nervoso e malattie cardiovascolari. Durante la sua carriera ha sempre mantenuto una ricca attività didattica (è visiting professor alla Georgetown Insitute for Neuroscience), accademica e scientifica. Sono numerose le ricerche da lui condotte che sono state capaci di attirare l’attenzione della realtà medica internazionale. Ad esempio, lo studio uscito su Neuroscience nel 1980, dal titolo “ Filogenesi del sistema nervoso centrale in alcune specie di vertebrati e invertebrati: correlati neurochimici”, ha ampliato le conoscenze sull’evoluzione dell’emotività relazionata all’attività motoria nell’essere umano. Attualmente il professor Covelli svolge la sua attività assistenziale (campi principali sono cefalee, disturbi d’ansia, attacchi di panico, disturbi del sonno e molto altro) nel suo studio nella città di Bari.

L’APPROFONDIMENTO
Vincere l’insonnia senza assumere medicinali

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Molte persone nel mondo soffrono d’insonnia, una condizione che può derivare dalle cause più disparate e che andrebbe controllata con attenzione attraverso il consulto di uno specialista. Infatti, il sonno è per l’essere umano un momento fondamentale dalle funzioni vitali per l’organismo. Dormire male, quindi, non ha solo ripercussioni sull’umore, ma soprattutto sul benessere fisico. Negli ultimi decenni, spiega il professor Vito Covelli, si è assistito a un aumento di casi di insonnia. Anche in questo ultimo periodo, a causa del lockdown, la situazione ha continuato a peggiorare. L’idea di curare questo complesso meccanismo fisiologico con una “pillola” generica, presa senza il consiglio di un medico, è sbagliata e dannosa per la salute. Esistono varie forme di insonnia e, con esse, tante tipologie di cura possibili.

Articolo pubblicato su “la Repubblica”